Storia, cultura, religioni e leggende s’incrociano in questa verde terra dove, si dice, approdò il primo uomo sulla terra.
Sognata e vagheggiata, amata da poeti, viaggiatori e letterati occidentali che nei secoli hanno forse provato nell’antica Sarandib (o Serendip) la “serendipità”, trovando qui ciò che non sapevano di cercare o imparando proprio in questo paese ad aprire la mente e a cogliere al volo i frutti del caso.
Difficile spiegare il fascino di una terra che odora del profumo intenso delle spezie e della fragranza della frutta tropicale, che è scrigno delle gemme più preziose e delle leggende più antiche.
Custode delle grandiose rovine di Anuradhapura, di Pollonaruwa o di Sigiriya dichiarate dall’Unesco “patrimonio mondiale dell’umanità”, culla del mondo con le sue magnifiche riserve naturali che proteggono innumerevoli specie animali e più di 3.000 tipi di piante.
Ceylon, “l’isola degli inglesi” con i suoi 220.000 ettari coltivati a tè - nella parte centrale dell’isola - il paesaggio verde, disteso e piovoso delle Country Hills, le case coloniali, le tea estates e i campi da golf; Serendib, l’isola dei mercanti arabi e cinesi, per i quali i suoi preziosi rubini, zaffiri e topazi erano le lacrime cristallizzate del primo uomo che, secondo hindu e buddisti, pianse qui la cacciata dal paradiso terrestre.
Quest’isola dai mille nomi, presenta ad ogni viaggiatore un volto e una “verità” diverse.